Lui si avvicina, la rabbia gli riempie le vene e i suoi occhi offuscati dalle lacrime, dalla convinzione di essere il centro del mondo, il padrone.
Lei si tocca distrattamente i capelli e tortura le sue labbra cercando di scacciare via la paura che le fa seccare la gola solo nel sentire quei passi.
Le mani dell’uomo che una volta la toccava con tenerezza erano diventate il suo incubo, le carezze si erano trasformate in schiaffi e i baci si erano trasformati in grida, in sputi e in insulti.
Lei urla ma soltanto nella sua mente, dalle sue labbra non esce nessun suono, nessun singhiozzo, nessun un sospiro, se ne sta in silenzio aspettando la fine mentre lui la priva del corpo e dell’anima.
Martina Cardamone